Gli Oli Essenziali al tempo di Greci, Romani, Arabi e nell’Europa Cristiana

I Greci e poi i Romani impararono dagli Egizi e dai contatti con la cultura indiana l’uso dell’aromaterapia, dei profumi, degli oli profumati e la conoscenza della medicina erboristica.

La profumazione del corpo era un aspetto importante della vita, il massaggio giornaliero con oli essenziali era una pratica raccomandata da Ippocrate.

Si dice che l’imperatore romano Nerone diede ordine di bruciare l’intera produzione di un anno di incenso al funerale di sua moglie Poppea; una flotta di navi venne usata per trasportare incenso dall’Arabia a Roma.

Il significato della parola latina perfuma è “per mezzo del fumo” e tale termine venne usato in origine per indicare l’azione di bruciare incenso.

Greci e Romani commercializzarono per la prima volta un profumo, una riproduzione della ricetta egiziana kyphi, datata 1500a.C. Si dice che contenesse sedici erbe, ma la traduzione arrivata fino a noi, ne cita solo dodici.

Con la caduta dell’Impero Romano, l’Europa attraversò un’epoca oscura. In questa parte del mondo, molti aspetti importanti della cura con gli aromi vennero perduti, soprattutto il segreto del procedimento della distillazione.

Tutta la documentazione letteraria era conservata nei monasteri e con essa la conoscenza delle erbe e, quindi, i monaci diventarono non solo gli interpreti della volontà di Dio, ma anche i dispensatori della Sua medicina, in quanto usavano i medicinali, fatti con le piante dei giardini botanici, e davano medicamenti sotto forma di infusi d’erbe, oli medicati con erbe, birra e vini medicati, liquori d’erbe e tinture.

Durante il Medioevo, la peste era la malattia più temuta e alcune persone si resero conto che le sostanze aromatiche potevano essere una difesa per proteggersi dal contagio. È ben documentato il fatto che gli erboristi e i profumieri erano praticamente immuni. Una banda di ladri particolarmente ardita era in grado di rubare impunemente nelle case dei morti perché beveva una tintura di aceto, preparata con erbe e spezie aromatiche, che li rendeva immuni dal contagio. Le autorità ottennero dai ladri questa informazione (in cambio di una pena più leggera) e la formula fu disponibile per tutti.
Durante l’epidemia di peste, si usava fumigare l’interno delle case e le strade bruciando legni aromatici come pino, cedro e cipresso.

La riscoperta moderna degli oli essenziali viene accreditata al medico e filosofo arabo Avicenna (1.000 d.C.). Gli Arabi insegnavano nelle loro università, comprese quelle in Spagna, la chimica, l’uso medicinale delle piante e i metodi di distillazione.

Durante le crociate e la conquista della Spagna, gli Arabi portarono i segreti della distillazione e le informazioni perdute che si diffusero in Europa.

Nel 1200 d.C., in Germania, si distillavano quarantasette differenti oli essenziali. Le prime produzioni erano centrate intorno alle erbe aromatiche, spezie e resine conosciute da antica data e provenienti dall’Estremo Oriente, Medio Oriente e dall’Africa. Gradualmente aumentò la distillazione delle erbe del nord e si diffuse la conoscenza dell’uso terapeutico di menta, rosmarino, camomilla e altre erbe delle zone temperate.

Nell’800 le pratiche igieniche avevano ridotto l’insorgere di malattie contagiose nelle città europee, riducendo così anche il bisogno di erbe.