In commercio, si trovano prodotti a prezzi molto diversificati, con etichette più o meno dettagliate e complete. Le differenze possono essere molto significative: esistono, infatti, numerosi prodotti che non sono altro che miscele di sostanze chimiche, ricostruite in laboratorio o riprodotte sinteticamente e nulla hanno a che fare con gli oli essenziali.
Al di là dei prodotti sintetici, anche all’interno dei cosiddetti oli “naturali” è necessario sapersi orientare per acquistare un prodotto di qualità.
Le indicazioni importanti sulle caratteristiche dell’olio essenziale vengono dall’etichetta o dalla scheda tecnica che il produttore dovrebbe fornire.
Ecco le informazioni che bisogna controllare nell’etichetta:
- nome botanico della pianta, indicato in latino (es.: Lavandula angustifolia)
Il semplice nome in italiano non è sufficiente perché il nome botanico indentifica, con precisione e senza alcun rischio di equivoci, la pianta utilizzata.
- parte di pianta utilizzata per ottenere l’olio essenziale (foglie, buccia, fiori)
Quest’informazione è importante perché vi sono piante da cui si ottengono oli essenziali diversi a seconda della parte utilizzata, come la cannella (dalle foglie e dalla corteccia) e l’arancio amaro (dalle foglie, dalla buccia e dai fiori).
- paese di provenienza
Alcune aree geografiche hanno oli essenziali più pregiati che incidono sul prezzo del prodotto, come la lavanda dell’Alta Provenza e la rosa bulgara.
- metodo di coltivazione
Il tipo di coltura (convenzionale, biologico, biodinamico, selvatico) incide sulla qualità del prodotto. Nella coltivazione biologica e biodinamica si rispetta l’ambiente, non si fa ricorso a prodotti chimici, come antiparassitari o fitofarmaci di sintesi (tracce dei quali possono rimanere nell’olio essenziale), si pratica la concimazione organica, si presta attenzione ai cicli naturali sia del suolo, sia della pianta. Inoltre, alcune piante aromatiche selvatiche che crescono spontanee sono a rischio di estinzione a causa di una raccolta non controllata. La loro coltivazione biologica acquista, perciò, anche un importante valore ecologico.
- metodo di estrazione (distillazione a corrente di vapore, spremitura a freddo, estrazione con alcool, assoluta)
- numero di lotto, cioè il riferimento che consente di risalire alle origini del prodotto
- nome e indirizzo del produttore.
Per rendere più accessibili alcuni oli essenziali pregiati e costosi, come la rosa, il gelsomino o la melissa, alcune aziende li commercializzano, oltre che puri, anche diluiti (in generele, al 5-10%) in alcool o in olio vegetale. In questo caso, sull’etichetta dovrebbero esser chiaramente indicate le proporzioni tra l’olio essenziale e il diluente.
Un’etichetta trasparente, che attesta le caratteristiche generali di un olio essenziale, rappresenta una garanzia, seppur indiretta, della qualità del prodotto e della serietà del produttore.
Alcune aziende sono in grado di fornire, con adeguate analisi eseguite sui lotti, anche le caratteristiche chimiche specifiche dell’olio essenziale (il cosiddetto chemiotipo) che consentono di dare un giudizio assai preciso sulla purezza e sulla qualità dell’olio.
L’insieme delle caratteristiche che ho elencato, unitamente alla resa estrattiva, determina il costo dell’olio essenziale che, in linea di massima, non può esser venduto ad un prezzo eccessivamente basso se è stato prodotto con criteri orientati alla qualità.